Acquista
Il mistero intorno a Licio Gelli (1919-2015) è ancora molto fitto, tant’è che si presta a diverse interpretazioni. Era uno smemorato, o uno spudorato mentitore, oppure un abile
manipolatore quando rilasciava queste dichiarazioni nel 2003: «Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta»?
In questo saggio Lidia Fogarolo ripropone una lettura del personaggio (e di coloro che l’hanno sostenuto) seguendo un particolare modo di fare storia: la ricerca grafologica, l’unica
che può oggi mettere in luce i tratti di personalità da cui sono originati gli intrallazzi affaristici descritti nelle numerose biografie a lui dedicate e le recenti conclusioni dei giudici della Corte di Assise di Bologna (2023) che hanno ritenuto Licio Gelli uno dei mandanti della strage di Bologna.
Seguendo questa pista interpretativa è possibile individuare una chiave di lettura unitaria, legata alla ricerca del suo ubi consistam che l’ha sostenuto nelle diverse fasi della sua
vita: l’interesse per il denaro, ottenuto in enormi quantità senza che la sua personalità abbia mai manifestato adeguate capacità di produrlo.