Nell’analizzare i legami d’amore, l’autrice parte da un presupposto psicologico molto semplice: la somiglianza è alla base della comprensione, dato che gli individui possono riconoscersi all’interno di valori comuni già consolidati all’interno della personalità; mentre la diversità crea quel tipo di attrazione che porta gli opposti a entrare uno nell’orbita dell’altro, magari anche scontrandosi, al fine di espandere i confini dell’Io.
Sono elementi entrambi necessari alla ‘chimica dell’amore’: un ingrediente è necessario per consentire il dialogo, e l’altro è necessario per far scattare l’attrazione nei confronti di chi può metterci in contatto con mondi sconosciuti, misteriosi, affascinanti.
Il concetto stesso di fascino sottintende il concetto di carenza: all’individuo piace ciò che completa, in qualche modo, una sua unilateralità psichica.